
A Pico una frittata da Guinnes
“Una frittata al giorno toglie il medico di torno! Mi raccomando però, che sia almeno di 50 uova paesane!”
Per chi come Franco in primavera ama uscire tra i boschi alla ricerca di asparagi, frittate come queste non sono proprio un’eccezionalità.
La frittata del resto è un piatto tipico della tradizione italiana, talmente antico e diffuso lungo tutta la penisola da essere entrati nel lessico comune modi di dire come “fare la frittata” o “girare la frittata”.
Già Marco Gavio Apicio, gastronomo dell’Antica Roma, ne parlava nel suo famoso “De re coquinaria”, raccolta di ricette del I secolo d.C. e poi ancora Matro Martino De’ Rossi nel XV secolo recitava:
«Per fare frictata.
Battirai l’ova molto bene, et inseme un poca de acqua, et un poco di lacte per farla un poco più morbida, item un poco di bon caso grattato, et cocirala in bon botiro perché sia più grassa. Et nota che per farla bona non vole esser voltata né molto cotta(…)»
Nel territorio del basso Lazio poi, in modo particolare nei borghi e paesini che popolano il Parco dei Monti Aurunci, la frittata è il piatto che più si adatta a consumare prodotti tipici locali come funghi, asparagi, salsicce casarecce, menta e spezie varie..
La ricetta che vi proponiamo, questi prodotti li raccoglie un po’ tutti.
Gentilmente concessaci da Franco Carnevale, esperto micologo oltre che fotografo naturalista e dalla moglie Valentina, che ringraziamo.
Ingredienti:
50 uova paesane
un kg di asparagi selvatici
2 kg di funghi prugnoli di primavera
5 dita di salsiccia tipica dei monti aurunci
20 grammi di menta nepeta fresca
20 grammi di prezzemolo fresco
olio extra vergine di oliva q.b.