
Luoghi di mistero e raccoglimento, le cripte sono da sempre uno dei luoghi più suggestivi delle chiese e delle basiliche cristiane, ne abbiamo scelte 6 per voi.
Un itinerario della spiritualità che ci porta alla scoperta di 6 cripte affascinanti del Lazio Meridionale, fra le province di Frosinone e Latina.

Il nostro percorso delle 6 cripte nel Lazio Meridionale – © Google Maps
Maranola
La scoperta di questa Cripta avvenne in maniera casuale, il 28 giugno 1997, durante i lavori di sistemazione del vecchio pavimento della Chiesa di S. Luca a Maranola.
Fu rinvenuto un ambiente sotterraneo completamente pieno di calcinacci che furono rimossi da volontari e dai membri del Comitato di S.Luca, lo svuotamento portò ad evidenziare un ambiente a forma di croce greca con un incredibile numero di affreschi.
Al suo interno spiccano per bellezza le sei Madonne del Latte affrescate in questa Cripta di straordinaria complessità artistica. Quattro di esse sono in trono ma non le altre due denominate per questo particolare anche : Madonne dell’umiltà.
Traendo spunto da uno studio di Gerardo De Meo, si evidenzia che le Madonne del Latte di questa Cripta sono riferibili al XIV – XV secolo e, come già detto, sono quasi tutte raffigurate sedute in trono.
Nel territorio circostante sono state rinvenute Madonne del Latte in più città ( Gaeta, Minturno, Fondi sulla Rocca, e Ausonia) ma mai in numero così elevato come a Maranola che ne annovera complessivamente otto nelle sue Chiese, più una fuori le mura detta Madonna SS delle Grazie.
In tutto nove Madonne del latte in un ambito territoriale non eccessivamente popolato.
Tutto ciò porta a dedurre che l’intero territorio e in particolare la Cripta siano stati un “Luogo di Culto a Maria Lactans ”.
La presenza del latte della Vergine e dell’acqua ci porta a pensare che questo doveva essere un luogo di pellegrinaggio per le gestanti e per le mamme preoccupate per la salute dei loro nascituri.
APPROFONDIMENTI:
https://www.formiae.it/siti/madonne-del-latte-nella-cripta-della-chiesa-di-san-luca-maranola/
https://www.youtube.com/watch?v=Eo_4vQyCsW8
Fondi
Il monastero di San Magno
A metà strada fra Monte San Biagio e Fondi (LT), all’interno del Parco Regionale degli Ausoni, al limitare della piana, si erge il monte Arcano: ai suoi piedi il Monastero San Magno, sulla sua sommità il Santuario della Madonna della Rocca, che delimitano il Campo Demetriano degli antichi romani, chiamato Valle dei Martiri dai cristiani.
Fu infatti nella seconda metà del III secolo che questi luoghi furono teatro di un episodio della più feroce delle persecuzioni degli imperatori di Roma, quella di Decio. Un numero straordinario di cristiani, con San Magno e San Paterno, che si rifugiavano negli anfratti del monte per sfuggire all’esecuzione dell’editto, scoperti, testimoniarono la loro fede sacrificando le loro vite. I resti dei martiri furono custoditi per secoli nell’edificio romano che sorgeva sulla sorgente del fiume Licola.
Il luogo del martirio fu presto oggetto di venerazione e molti seguaci della nuova religione vi si ritiravano in solitudine, favoriti dalle condizioni ambientali di questa felice contrada.
Il monastero, seguendo la regola benedettina, dipenderà da Montecassino.
Solo negli ultimi anni il complesso monastico, acquisito e restaurato dalla Regione Lazio ed infine affidato all’arcidiocesi di Gaeta, è stato restituito alla sua vocazione originaria: porto di terra dove ogni viandante può dare una risposta alle domande di vita e di fede.
Nello stesso tempo i lavori intrapresi hanno riservato importanti scoperte, fra le quali il ritrovamento della chiesa medievale con un ciclo di affreschi sulla vita di San Benedetto risalenti al XI secolo.
La visita del Monastero che parte dalla costruzione romana, sacrario del martirio di San Magno, sorto al piano della sorgente che sgorga ai suoi piedi, ci conduce all’incanto della chiesa rinascimentale attraverso quella medievale.
La visita al monastero di San Magno rappresenta non solo l’occasione di apprezzare un sito dalla storia millenaria e per giunta poco frequentato, la sua relativa distanza dal centro storico cittadino e la localizzazione in un’area decentrata rendono questo luogo una meta per coloro che cercano una pausa dalle tensioni quotidiane nel tentativo di rigenerare il proprio equilibrio interiore e spirituale.
APPROFONDIMENTI:
http://www.monasterosanmagno.it/storia/index.htm
Sermoneta
Da una scala cinquecentesca, posta sul fondo della navata sinistra, si accede ad un ambiente voltato a botte posto inferiormente alla chiesa, in prossimità del presbiterio, che non è né una vera cripta, né una vera e propria chiesa inferiore, ma probabilmente soltanto un piccolo vano dedicato al culto e che oggi funge da anticamera alla vera cripta decorata con affreschi seicenteschi.
Al di sotto di diversi strati di affreschi figurati quattrocenteschi è possibile scorgerne uno più antico che è presente su tutti i muri. La presenza di questa finta cortina sembra attestare il lavoro di maestranze cistercensi all’interno della chiesa. È possibile infatti ritrovare una decorazione simile negli ambienti della foresteria dell’abbazia di Fossanova, nel duomo di Anagni, anch’esso ristrutturato secondo modelli borgognoni, o in S. Pietro in Vineis, sempre ad Anagni, ristrutturato sempre dai Cistercensi (Mihalyi 1993, p. 481).
Gli affreschi che rappresentano La Vergine in trono, l’Annunciazione e santa Caterina sembrano risalire o alla fine del XIV secolo o agli inizi del XV secolo, per l’iconografia tarda. Si tratta di dipinti di non altissima qualità ma comunque interessanti perché riflesso di alcune tendenze pittoriche diffuse nella zona.
APPROFONDIMENTI:
http://imagelab.ing.unimore.it/leviedelgotico/scheda.asp?IDScheda=41
Anagni
Immancabile la visita alla Città dei Papi! Perdersi nelle vie del suo centro storico non ha prezzo (consigliamo scarpe adatte alle salite), rimarrete incantati dalla bellezza della Cattedrale di Santa Maria Annunziata sovrastante la Cripta di San Magno, perla nascosta della nostra terra.
La Cripta di San Magno fu costruita, dal vescovo Pietro da Salerno, contemporaneamente alla Cattedrale tra il 1072 e il 1104. Essa doveva fungere da scrigno per la conservazione di tutto quello che una cattedrale ha di più sacro: le reliquie dei santi.
L’ambiente presenta tre navate trasversali rispetto a quelle della chiesa superiore e tre absidi. Le dodici colonne individuano ventuno volte che, con le rispettive pareti, sono decorate da un ciclo pittorico di eccezionale bellezza che racconta la storia della Salvezza dell’uomo, dalla sua creazione fino alla fine dei tempi. Gli affreschi sono attribuiti a tre botteghe di artisti anonimi.
In questi affreschi sono illustrate: la Creazione del Cosmo, i Tetramorfi e le Storie di Santi, il Cristo Pantocratore, i miracoli e la vita di San Magno, le storie dell’Antico Testamento, le storie di Santa Secondina e l’Apocalisse.
Per ragioni stilistiche e storiche gli affreschi della Cripta si collocano tra il finire del XII secolo e la prima metà del XIII secolo.
APPROFONDIMENTI:
https://www.cattedraledianagni.it/museo/percorso/cripta-san-magno
Sora
L’abbazia di San Domenico, ubicata alla confluenza del fiume Fibreno con il Liri, sulle rovine di una villa di Marco Tullio Cicerone, è stata fondata nel 1011 dall’abate Domenico di Foligno a suggello pubblico di penitenza, di conversione e di devozione del governatore di Sora e d’Arpino Pietro Rainerio e di Doda sua moglie.
Tra gli interventi più importanti, di epoca moderna, deve essere ricordata la costruzione dell’organo Mascioni opera n. 1135, a trasmissione meccanica, a due tastiere, con un totale di 1423 canne sonore, inaugurato nel 1996.
Nel 1998 sono stati realizzati dallo scultore Alessandro Romano i due tabernacoli posti, uno sull’altare della cripta e l’altro nell’abside di sinistra, e le 14 formelle in terracotta della via crucis sistemate lungo le pareti della chiesa. Lo scultore, nel 2009, ha anche realizzato le 4 porte in bronzo per la chiesa.
La porta centrale della facciata rappresenta l’Assunzione della Vergine Maria in cielo, la laterale a sinistra san Domenico che, mentre predica ai monaci e alle monache in Trisulti, blocca il masso che precipita dalla montagna, la laterale a destra san Domenico che riceve la confessione di Pietro Rainerio governatore di Sora, quella del chiostro san Domenico eremita itinerante seguito dal suo discepolo Giovanni.
La cripta si presenta austera e densa di spiritualità, il luogo perfetto dove ritirarsi e meditare.
Nell’altare della cripta sono conservate anche le sacre spoglie del santo.
APPROFONDIMENTI:
https://www.sandomenicoabate.it/sito/la-storia/#abbaziasandomenico
Montecassino
La cripta della Basilica di Montecassino – Foto di P. Scerrato
Per un lungo corridoio stellato si scende verso la cripta che fu realizzata nel 1544 con uno scavo nella viva roccia della montagna.
Proprio per questo motivo, durante il bombardamento alleato che distrusse l’abbazia del 15 febbraio 1944, chi era nella cripta si salvò in quanto le bombe non riuscirono a distruggerla.
La volta centrale della Cripta è stata interamente ricostruita nel dopoguerra.
Scesi nella cripta si trovano sostanzialmente tre ambienti:
– la cappella centrale con le statue di San Benedetto e Santa Scolastica
– la cappella di San Mauro
– la cappella di San Placido
Specifichiamo che i due sarcofagi presenti nelle nicchie della cappella centrale non contengono i resti dei due grandi Santi che invece sono conservati sotto l’altare maggiore della Basilica.
Bellissime sono le varie scene della vita di San Benedetto e del monachesimo occidentale “leggibili” un po’ dappertutto nella cripta.
Durante la Santa Messa la visita alla cripta è interdetta.
Una curiosità: tutti i bassorilievi che fasciano la cripta sono in granito di Svezia.
APPROFONDIMENTI: