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la leggenda del serpente di Gaeta

La leggenda del serpente di Gaeta

una delle storie più famose del litorale pontino

A Gaeta, lungo il litorale pontino, ancora si tramanda il racconto di un gigantesco serpente che terrorizzava la popolazione con le sue immense fauci. Si tratta di una delle leggende più famose del litorale, quella del mostruoso animale dalle sembianze di un serpente che infestava la località Sant’Agostino.

Baia di Sant’Agostino, foto di Franco Carnevale

La leggenda del serpente di Gaeta tra mistero e tradizione

Si dice che il serpente abitasse in una grotta sommersa dall’acqua e devastasse i campi e le abitazioni circostanti per saziare il suo appetito. Nessuno aveva il coraggio di avvicinarsi al luogo in cui si nascondeva per paura di essere sbranato, ma tutti rifuggivano i suoi orrendi sibili che terrorizzavano la popolazione locale.

Come sempre accade con i racconti tramandati oralmente, ci sono pervenute diverse versioni degli eventi che differiscono minimamente tra di loro, ma tendenzialmente sono concordi circa la dinamica generale. La vicenda sarebbe andata così.

Uno dei locali, stanco del clima di terrore instauratosi, un giorno si reca alla grotta, deciso ad abbattere la bestia armato di uno schioppo e per attirare fuori il mostro posiziona delle caciotte a pochi metri dall’entrata, con uno specchio che gli permettesse di guardare i movimenti del rettile dall’altura sovrastante.

Resta in attesa per qualche tempo, finchè nota che la trappola ha avuto successo: due enormi occhi gialli sono riflessi nello specchio e man mano si distingue la figura del serpente nella sua interezza che si accosta alle forme di formaggio e ne fa un sol boccone.

Il gaetano spara e, temendo di non aver centrato l’obiettivo corre all’impazzata verso l’entroterra dove, visibilmente invecchiato, muore per il grande spavento farfugliando a qualche incredulo testimone parole sconnesse riguardo al serpente di Gaeta.

Si dice che il corpo del mostro sia stato esposto nella città grazie all’ausilio di quattro coppie di buoi adibite al trasporto della salma. Altre versioni raccontano che i fautori del prode gesto fossero in due, ma tutte concordano sulla successiva morte dei due uomini sopraggiunta a causa del sibilo straziante lanciato dalla fiera prima di morire.

La leggenda del serpente di Gaeta: richiami e mitologia

Leggende legate a serpenti o draghi di questo tipo non sono difficili da reperire nella nostra antichissima terra, il serpente infatti riveste da secoli un duplice ruolo nei miti: infallibile assalitore che sovrasta le proprie vittime grazie al suo potente veleno e portatore di saggezza o di cure se benevolo nei confronti dell’uomo.

L’utilizzo dello specchio come metodo per avere la meglio su creature mostruose ci rimanda alla leggenda del Basilisco e alla Gorgone Medusa, entrambi in grado di uccidere o paralizzare con il solo potere dello sguardo. Proprio questo particolare porta alcuni ad avanzare l’ipotesi che la leggenda venga tramandata da molto più tempo di quel che generalmente si pensa.

Difatti l’utilizzo dello schioppo come mezzo per abbattere la bestia potrebbe essere stato inserito nel recente passato per continuare a dare un idea di prossimità con l’evento e mantenere viva nei bambini la paura e il rispetto per i misteri della natura.

Oggi oltre a una strada intitolata al mostro c’è ancora una grotta in località Sant’Agostino che porta il nome di Grotta del Serpente,  che sia davvero quella utilizzata dall’enorme essere per ripararsi?

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Comments:

  • carmelita voglino
    10 Maggio 2018 at 8:08

    secondo il racconto della mia mamma(1907) il gaetano si chiamava Giovanni Macchetiello e per il grande spavento i suoi capelli erano divenuti completamente bianchi.

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