
Scopri Anagni,lo schiaffo, la città dei Papi, dove tutto racconta di un potere che non fu solo spirituale
Anagni, la città teatro dello schiaffo, sede dei papi e al centro delle trame politiche del XIII secolo. Ogni anno si rievocano i suoi fasti con intere giornate di spettacoli ed intrattenimento dal vivo.
Sulla Via Appia il 3 maggio 1297 un manipolo di masnadieri assalta un “portavalori” in viaggio da Anagni verso Roma e fa suo un bottino di duecentomila fiorini d’oro, somma destinata alle casse del pontefice Bonifacio VIII. I rapinatori sono ai comandi di Stefano Colonna, e papa Caetani, che è venuto a saperlo dai suoi informatori, senza perder tempo convoca presso di sé i cardinali di Santa Romana Chiesa Giacomo e Pietro Colonna, ordinando loro la restituzione del denaro e la testa del congiunto. Ma se la somma, all’incirca qualche milione di euro attuali, verrà effettivamente restituita a Sua Santità, Stefano Colonna resterà impunito potendo contare sulla solidarietà della propria famiglia.
La guerra dei Colonna
Sui giornali d’oggi il fatto sarebbe finito nelle pagine di cronaca, magari con un certo rilievo, vista l’entità della cifra rapinata. Eppure, quello che può sembrare solo un episodio marginale nella vita del tempo fu in realtà qualcosa di ben più significativo. Da quel momento, infatti, sarà guerra dichiarata tra la potentissima famiglia dei Colonna e Bonifacio VIII. Guerra senza esclusione di colpi, che influenzerà decisamente il corso degli eventi. E così, se è vero che il Medioevo europeo fu segnato dal confronto tra Impero e Papato, vero fu anche che quest’ultimo venne condizionato, per l’appunto, dai rapporti di forza esistenti tra le famiglie baronali romane, in particolare di Campagna e Marittima, le due province dello Stato della Chiesa che dall’Urbe portavano ai confini col Regno dell’Italia meridionale. Più o meno quella zona a noi oggi nota col nome di Ciociaria.
Zona del resto del tutto particolare nella geografia del tempo, il Lazio meridionale: è sufficiente un’occhiata a una mappa per verificare la densità e l’antichità della sua rete urbana. E non solo, qui castelli o castra, città o civitates, sono più numerosi che altrove, ma il loro essere nell’orbita di tanto potere li ha portati a vivere con toni atipici esperienze, come quella comunale, che hanno caratterizzato in modo determinante i secoli di mezzo.

Figurante in abito da Bonifacio VIII – Foto di Cattedrale di Anagni
La vendetta di Bonifacio VIII
Ritorniamo però a ciò che accadde il 3 maggio 1297 e alle sue conseguenze. I due cardinali Colonna si rifugiarono nei loro possedimenti di Lunghezza, sulla via Tiburtina, a pochi passi da Roma, e qui redassero un manifesto in cui affermavano l’illegittimità dell’elezione di Bonifacio VIII, reclamando il giudizio di un Concilio generale. Per tutta risposta il Papa li privò della dignità cardinalizia, dichiarandoli nel contempo scismatici. Non contento, diede avvio a una dura repressione contro la famiglia Colonna e i suoi sostenitori, che raggiunse infine lo scopo desiderato: la sottomissione dei due “dissidenti”, che si formalizzò a Rieti il 15 ottobre dell’anno seguente. Bonifacio non tralasciò nessun mezzo, neppure vere e proprie azioni militari, che miravano a conquistare e distruggere i castelli degli oppositori. Tra questi Palestrina, loro roccaforte principale.
Qui il Papa era di casa
Anagni, la civitas quasi cristallizzata nei secoli, con quei vicoli dove pare non entri mai il sole, tutti stretti attorno alla strada principale che scende tortuosa lungo il colle fra incombenti palazzi.
Quelle pietre, quei percorsi continuamente interrotti, quegli stretti passaggi coperti, sono gli stessi di quando, quasi per caso, l’antica città sacra degli Ernici divenne sosta prima occasionale, poi saltuaria e infine abituale dei pontefici. Un colpo di fortuna: la presenza della corte papale dà una scossa all’economia e alla stessa vita urbana. E Anagni cresce, diventa Comune potente e autorevole.
Osserviamo, ad esempio, il Palazzo della Ragione, che era la sede del Comune: quasi a metà della strada centrale, circondato da case che hanno almeno seicento anni. Il tutto per evocare l’orgoglio per la conquistata magistratura cittadina.
La cattedrale di Anagni
Risalendo per qualche decina di metri troviamo uno degli edifici simbolo dell’ epopea cittadina: la cattedrale, voluta sul finire dell XI secolo dal vescovo Pietro di Salerno. Anche ad Anagni, come altrove, la chiesa matrice fu per molto tempo, l’unico edificio pubblico, attraverso il quale dare forma al prestigio della città. Puntualmente, eccola costruita nel luogo più rappresentativo, la sommità del colle, non a caso già sede di un antico tempio. Ed è sufficiente osservarne la pulizia delle linee architettoniche, che fanno di questa grande basilica e del suo campanile una delle più affascinanti espressioni romaniche nel Lazio pur se arricchita qua e là da particolari gotici, che lasciano percepire tutta l’ambizione del popolo anagnino.
Per ulteriore conferma, suggeriamo di scendere direttamente nella cripta e non solo per il suo pavimento, che come quello della chiesa superiore è un capolavoro dei maestri cosmateschi, ma anche per quella fantastica enciclopedia figurata medievale della composizione del mondo a episodi biblici, non dimenticando le vicende dei santi patroni locali. Si tratta di uno dei più importanti cicli pittorici del XIII secolo.
Il quartiere dei Caetani
Sul fianco della cattedrale, in una nicchia senza dubbio d’epoca posteriore, protegge la statua di papa Bonifacio VIII, il più autorevole rappresentante della famiglia Caetani, la cui crescente fortuna coincide con l’esaurirsi del momento aureo di Anagni. Giusto quindi che sia proprio il palazzo che di Bonifacio porta il nome, nucleo centrale del “quartiere caetaneo”, la testimonianza conclusiva su cui soffermarsi. Tipico esempio di palazzo baronale, nonostante la presenza di logge ricorda più un fortilizio che una residenza principesca. Ma forse la sicurezza era una qualità espressamente richiesta per l’edificio, nonostante parve mancarle del tutto in quella mattina del 7 settembre 1303, quando con l’episodio tramandatoci come “lo schiaffo di Anagni” fu posta la parola fine alla teocrazia papale.
Il fatto è noto: Filippo di Nogaret in nome e per conto del re di Francia Filippo il Bello, con il sostegno di Sciarra Colonna, sequestrò il pontefice impedendogli così di emanare la bolla di scomunica ai danni del regnante francese.
Quel momento storico verrà ricordato dalla città con tre giornate di eventi il 7, l’8 e il 9 settembre di cui lasciamo i link:
Link evento Apertura serale della Cattedrale in costume medievale
https://www.facebook.com/events/886107121599367/
Link giorni dello schiaffo weekend
https://www.facebook.com/events/227537977920226/