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Il rafting a Cassino

la storia di Andrea e la sua passione diventato lavoro

Andrea, una laurea in economia, un recente passato da canoista e un medagliere di tutto rispetto; a venticinque anni decide di iniziare una vera e propria avventura puntando tutto sul patrimonio naturale del  proprio territorio.

Conosciamo la sua storia

Siamo a metà strada tra Roma e Napoli, precisamente a  Cassino, nota soprattutto per la celebre abbazia benedettina e per esser stata teatro di uno dei più importanti fronti bellici durante la Seconda Guerra Mondiale.

Le ottime vie di comunicazione, la facile accessibilità sia alle montagne umbre che al litorale pontino e la vicinanza al fiume sorgivo Gari, hanno reso questo fazzoletto di terra estremamente rilevante dal punto di vista strategico nel corso dei secoli per chiunque volesse controllare l’area del Basso Lazio e dell’Alta Campania.

La limpida acqua sorgiva del Gari costituisce tutt’oggi la principale riserva idrica di questa zona e nelle estati più afose non è raro imbattersi in qualche cittadino intento a cercare refrigerio lungo il corso del fiume.

Probabilmente è stata proprio la vista di una scena simile a cementare nel cuore del giovane cassinate Andrea l’amore per il Gari, un affezionamento che lo ha portato, solo due anni or sono, a fare una scelta di vita radicale e coraggiosa: investire in formazione e strumenti per far conoscere il più possibile le meraviglie che si trovano lungo il suo corso.

Rafting a Cassino: dalla passione al lavoro

Andrea si lancia nello studio di fattibilità del progetto e lo incuba all’interno dell’ImprendiLab UNICAS (l’Università degli studi di Cassino), quindi insieme ad altri amanti della natura decide di inaugurare un centro rafting ponendosi l’obiettivo di rendere fruibile a tutti – anche ai bambini- l’esperienza a bordo del gommone, sul quale, guidati da marinai esperti, si può rimanere affascinati non solo dalla ricchezza di informazioni storico-culturali sul percorso, ma soprattutto dai panorami di cui si può godere tra una pagaiata e l’altra.
Immagini vive, scorci mozzafiato da un punto di vista privilegiato di cui solo i naviganti del fiume possono godere.

Una scelta coraggiosa

Alle nostre domande tecniche su i come e i perché ci ha risposto laconicamente:
“Sono partito da un dato: nella mia provincia c’è un tasso di disoccupazione giovanile superiore al 40%, per questo ho deciso di dedicare i miei sforzi ad un “sfruttamento positivo” del fiume, mostrando agli avventurieri che vengono a farci visita che uno sviluppo diverso, sostenibile ed ecocompatibile, non solo è possibile ma è già realtà.”

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