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acquafondata

Sebbene non vanti il titolo di Comune più piccolo del Lazio, preceduta da circa 20 paesini di Roma e Rieti, Acquafondata con i suoi 266 abitanti è il Comune più piccolo del Lazio Meridionale.

Foto in evidenza di Releone Aldebaran

Nella provincia di Frosinone supera di poco il comune di Viticuso (309 abitanti), San Biagio Saracinisco (319 abitanti) e Terelle (353 abitanti). In provincia di Latina, invece, solo i comuni di Ventotene e Campodimele si attestano con una popolazione al di sotto dei mille abitanti (751 il primo e 606 il secondo).

Acquafondata: il Comune più piccolo del Lazio Meridionale

Come per la stragrande maggioranza dei comuni del Cassinate, la storia di Acquafondata è legata a quella dell’Abbazia di Montecassino. Qui attorno al 1019 i Conti di Venafro costruirono un castello che venne poi venduto nel 1086 all’Abbazia benedettina.

Il toponimo Acquafondata deriva dall’espressione Aqua fundata che indica “acqua che precipita verso il basso”.

Dopo l’Unità d’Italia, il suo territorio fu luogo di eventi legati al Brigantaggio. Durante la Seconda Guerra Mondiale, poi, il suo territorio lungo la Linea Gustav divenne teatro di violenti combattimenti fra gli eserciti tedeschi e Alleati, finendo quasi totalmente distrutto nel 1944.

Acquafondata e il fenomeno dell’emigrazione

Come si può vedere dal grafico Acquafondata ha vissuto il triste fenomeno dell’emigrazione in maniera esponenziale dalla fine del 1880. Si calcola che tra il 1888 e il 1908 ben 50 famiglie siano sbarcate negli Stati Uniti.

A testimoniare l’emigrazione massiccia verso Lione, invece, si narra di una corona di bronzo donata nel 1918 dalla comunità acquafondatara di Lione al Monumento di Acquafondata, in memoria dei caduti del paese di origine dopo la Prima Guerra Mondiale.

Il legame con i nostri piccoli borghi, si sa, rimane spesso indissolubile per gli emigrati costretti a cercare fortuna altrove. Nel caso di Acquafondata è testimoniato dal restauro del Santuario della Madonna del Carmine dopo la Seconda Guerra Mondiale grazie ai contributi degli acquafondatari residenti negli Stati Uniti.

Acquafondata condivide con le altre aree interne e piccoli comuni periferici del basso Lazio la tendenza allo spopolamento in funzione dei trasferimenti soprattutto dei giovani verso le maggiori aree urbane o il Nord Italia. Ciò nonostante il paesino torna a popolarsi durante il periodo estivo in cui il paese offre un luogo non solo di ristoro ma anche di ritorno alle origini.

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Foto di @sfiziusello78 account instagram

Acquafondata e il folklore

Acquafondata è ben nota per la fabbricazione artigianale delle zampogne, un’attività tradizionale per la sua popolazione, cui dedica anche il “festival internazionale della zampogna” che richiama, soprattutto nei mesi estivi, musicisti ed appassionati da ogni parte del Paese.

In estate poi particolarmente rinomata è la Sagra degli Gnocchi,  nata per valorizzare questa  realtà  rurale e per far conoscere le ottime patate rosse  del  paese.

Da vedere ad Acquafondata

Chiesa parrocchiale arcipretale di san Giovanni Battista

Prima Parrocchia nel territorio comunale in ordine di antichità; la sua costruzione risale ai primi decenni dell’anno 1000.  All’interno della chiesa si conserva una copia dell’immagine della Madonna nera di Częstochowa, donata da papa Giovanni Paolo II alla comunità polacca di Torino; quest’ultima, successivamente, l’ha offerta alla popolazione di Acquafondata nel maggio del 1996, in onore delle care e sacre memorie che uniscono le due comunità a seguito degli eventi della seconda guerra mondiale.

Chiesa parrocchiale di sant’Antonio di Padova

Costruita nel 1856 nella frazione Casalcassinese per iniziativa dell’arciprete parroco di Acquafondata con il contributo di Ferdinando II, Re delle due Sicilie. L’edificio è a navata unica e presenta su ciascun lato due altari che custodiscono le venerate immagini dei patroni: Vergine Maria, sant’Antonio di Padova, san Michele Arcangelo e sant’Anna.

Santuario della Madonna del Carmine

Foto di @sfiziusello78 account instragram

Graziosa chiesetta immersa nel verde di tigli secolari e di boschi di conifere che nella sua semplicità riesce a toccare il cuore dei devoti e visitatori.

A un lato della cappellina trovano sistemazione gli ex voto o i ricordi del passaggio di visitatori e devoti. Sul prato antistante vi è la chiesa all’aperto, con il suo altare in pietra locale per la celebrazione della Messa nelle piacevoli giornate estive.

Dalla chiesa partono piccoli percorsi in natura. Uno è il percorso di preghiera “Via Siderum” (il sentiero delle stelle) che attraversando un boschetto di abeti conduce presso l’edicola del sacro Cuore di Gesù.

Un altro percorso collega la chiesetta alla cima del colle retrostante da cui godere di una panorama impagabile, sulla quale risalta una Croce in ferro.

Presso il santuario, il 15 marzo 2013, vengono girate alcune scene del brano Sweeter in history dalla cantante australiana Gabriella Cilmi.

Chiesa di san Rocco

Piccola e graziosa sorge presso l’antica porta di accesso al castello.Venne costruita nel 1692 fuori dalle mura del borgo per ragioni di quarantena e intitolata al santo protettore degli appestati.

Qui i poveri che contraevano il morbo venivano soccorsi e infine seppelliti poco distante, nella zona che si chiama cannavina dell’ospedale.

Foto di account Instagram @sfiziusello78

Chiesa di Santa Maria in Centumcellis

La sua fondazione è da far risalire all’epoca della presenza Benedettina nell’alto medioevo.

La tradizione popolare narra invece di un viaggio della Madonna in compagnia del santo martire Antonino durante il quale questa, stanca di camminare, si appoggia su di un sasso imprimendogli l’impronta del ginocchio. Questo sasso in cui è visibile la forma concava è tuttoggi visibile presso località di Petrosa.

La chiesa secondo la leggenda tramandata oralmente si trova a poche centinaia di metri dalla pietra, lì dove la Madonna si fermò definitivamente. questo sasso dalla particolare conformazione concava è tuttora visibile presso la località di Petrosa. Sant’Antonino invece proseguì il viaggio di qualche chilometro fino a Viticuso, di cui divenne Santo Patrono.

Di particolare interesse storico naturale è presso la chiesa un grande tiglio secolare, il cui particolare tronco calvo ha dato riparo negli anni ai contadini sorpresi dai temporali estivi.

Edicole votive

il più piccolo comune lazio meridionale

La frazione di Acquafondata Casalcassinese è costellata da piccole cappelline risalenti al XIX secolo.  Si tratta di particolari costruzioni rurali di origine devozionale che risalgono per la maggior parte al XIX secolo. Le edicole supper nella loro semplicietà appaiono molto pregiate, sono costruite utilizzando pietra locale e maioliche ritraenti i santi di devozione popolare.

Resti del castello di Acquafondata, XI secolo

Il centro storico di Acquafondata occupa il perimetro di quello che una volta era l’antico castello. Le case hanno inglobato le vecchie mura di cinta, ancora visibili in alcuni punti. Dell’antica struttura restano anche due porte di accesso, le due torri e i suggestivi vicoletti a gradoni detti “sottopassi”.

Monumento ai caduti polacchi

Il monumento venne costruito su progetto dell’architetto Pietro Rogacien, figlio di un soldato del 2° Corpo, e fu inaugurato ufficialmente il 18 maggio 1996. Commemora il 50° anniversario del trasferimento delle salme dei primi soldati polacchi, caduti nelle battaglie sul vicino fronte, dal cimitero provvisorio di Acquafondata al nuovo cimitero di Montecassino.

All’entrata del cimitero c’era una croce costruita con i cingoli di un carro armato distrutto, sulla quale era collocato un Cristo in bronzo. Grazie all’iniziativa di Romano Neri, cittadino di Acquafondata, e all’impegno della Comunità Polacca di Torino, la croce è stata spostata e collocata su un piedistallo di marmo bianco in un luogo degno della città. Una targa bilingue ricorda i caduti e il luogo della loro sepoltura.

Cippo commemorativo del CEF
Corpo di spedizione francese in Italia, al CEF appartenevano le truppe marocchine e nord africane che arrivarono con gli alleati. Le truppe si distinsero durante i combattimenti della II Guerra Mondiale per le esecrabili azioni ai danni della popolazione locale. Il cippo commemorativo si erge presso la frazione Casalcassinese.

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