Alvito: borghi abbandonati e antiche tradizioni della Valcomino
Alvito, piccolo borgo panoramico nato alle pendici del monte Morrone, stanzia poderosa al centro della Valle di Comino.

Foto di Rocco Maltesi
Il nome del borgo deriva dall’antica “Albetum”, inizialmente possedimento benedettino (sec.X) poi divenuto contea con i signori di Aquino, infine ducato con i Gallio.
Col passaggio ai Conti d’Aquino, il Castrum Albeti divenne una vera e propria cittadella militare, che, nonostante le ridotte dimensioni, aveva una struttura imponente e piuttosto articolata con ben tredici porte d’accesso, un vero e proprio baluardo di confine del Regno delle Due Sicilie.
Nel 1349 a seguito di un violento terremoto tanto il borgo fortificato quanto il primitivo castello crollarono. Spettò ai Cantelmo la successiva ricostruzione, protrattisi per più di un secolo ma che consegnarono alla valle una vera e propria fortezza capolavoro di architettura medievale.
Era questo il periodo di massimo splendore di Alvito. Il borgo si ripopolò enormemente arrivando a contare più di diecimila abitanti e diventando una sorta di capitale per l’intera Valle di Comino e per il regno dei Cantelmo tra Lazio, Abruzzo e Campania.
Un’escursione tra scorci panoramici e città fantasma ad Alvito
Ad oggi Alvito conserva un tipico assetto medievale sovrastato dall’ imponente rocca. Le mura collegano il borgo al Castello con torri cilindriche. Al di sotto invece, si estende fertile la valle.
Il paese si contraddistingue per un bellissimo centro storico meta di escursionisti che vi si recano per passeggiare tra i vicoli costellati di edifici e monumenti di grande valore. Citiamo ad esempio i Palazzi Castrucci, Sipari, Ferrante, Panicali, oltre che il Palazzo ducale costruito nell ‘500 e rimaneggiato nel ‘700, sede del municipio e del teatro comunale.
Tra le chiese vale invece la pena ricordare quella di S. Simeone risalente al XVIII sec. con un ricco soffitto ligneo, e che conserva una crocefissione forse di Giuseppe Cesari ( II cavaliere d’Arpino).
Interessante inoltre la visita a due città fantasma: il “Villaggio Cortignale”, un agglomerato completamente disabitato da oltre 400 anni e “La Cappudine”. I due borghi si sono spopolati del tutto già nel dopo guerra, ma tra le mura delle case di pietra si possono ancora comprendere le usanze e le regole della civiltà contadina scomparsa.
La visita ai due borghi perduti è quantomai suggestivo e permette ai visitatori di godere appieno di un’atmosfera mistica che in ogni anfratto di case e casolari rievoca tradizioni contadine e antiche usanze legate alla terra e alle radici. Abitati fino agli inizi del ‘900 da comunità agro pastoriali, dopo la rivoluzione industriale e l’arrivo della modernizzazione, i due agglomerati si sono spopolati delle genti spostatesi verso i centri urbani.
Alvito, Curiosità:
Torre Palombara deve il suo nome all’antico uso di addestramento dei colombi viaggiatori utilizzati per la comunicazione a distanza. Sono riconoscibili le celle in terracotta per gli uccelli. La torre faceva parte di un edificio del XV secolo che ha visto molti passaggi di proprietà ed è andato distrutto nei terremoti della Marsica del 1915 e del 1984.
Alvito è ricca di tradizioni artigianali (ferro battuto, panieri in vimini, ricamo, pizzo e merletto) e di prodotti tipici, fra cui spiccano i torroni di pasta di mandorle ricoperti di cioccolato fondente, un dolce risalente addirittura alla fine del XVIII secolo.
Da non perdere ad Alvito
Resti del Castello medievale fondato intorno al XII secolo dai Conti di Aquino
Palazzo Ducale: ricostruito dal Cardinale Gallio in epoca rinascimentale, oggi sede del municipio, all’interno delle sale troviamo quattro grandi tele della scuola di Luca Giordano e di Nicola Melanconico
Chiesa di S. Teresa in stile barocco
Chiesa di S. Maria
Chiesa di S. Rocco
Chiesa di S. Simeone: edificata nel XVI sec fu ricostruita nel XVIII, nella sacrestia si può ammirare una Crocifissione del Cavaliere d’Arpino
Porta Vado Grande
Convento di S. Nicola
Teatro comunale
Cinta muraria e porte d’accesso
Fontane antiche
Fossa Maiura: situata a pochi chilometri dal paese, rappresenta una depressione carsica a forma di anfiteatro naturale, qui hanno origine le acque che alimentano il fiume Fibreno
Museo naturale Corso Gallio
Città fantasma: detta “Villaggio Cortignale”, un paese disabitato da oltre quattrocento anni. Parte del territorio montano di Alvito rientra nel Parco nazionale dell’Abruzzo
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