
Quando l’abbazia di Montecassino espose una copia della Divina Commedia con il commento del figlio di Dante, uno degli organizzatori affermò che Dante conosceva bene il Basso Lazio.
Dante, dopo esser entrato nel consiglio dei 100 di Firenze ed eletto tra i Priori della città, conobbe un lungo periodo di esilio durante il quale ebbe modo di visitare gran parte del nostro Bel Paese come si evince dalle tante località citate nella Divina Commedia.
In particolare pare che avesse familiarità con la Ciociaria: ci sono prove documentali del suo passaggio ad Anagni -all’epoca una delle città più in vista d’Italia- e quasi sicuramente visitò la millenaria Abbazia di Montecassino, faro di cultura per l’Europa sia ieri che oggi.
Di Anagni infatti Dante parla nel Purgatorio:
« veggio in Alagna intrar lo fiordaliso/e nel vicario suo Cristo esser catto./Veggiolo un’altra volta esser deriso;/veggio rinovellar l’aceto e ‘l fiele,/e tra vivi ladroni esser anciso. » (PURGATORIO XX).
Ma non solo la Città dei Papi, la conferma di questa familiarità passa da un altro brano sempre del Purgatorio.
“Vassi in Sanleo e discendesi in Noli, / montasi su in Bismantova e ‘n Caccume / con esso i piè; ma qui convien ch’om voli” (PURGATORIO IV).
Il Monte Cacume, posto a guardia del versante sud-orientale dei Lepini come una irreprensibile sentinella, non è uno dei più alti del gruppo (1095 m) ma è certamente uno dei più rinomati e frequentati. Piacevole, ed estremamente panoramico, questo itinerario raggiunge uno dei luoghi più caratteristici dell’intero Anti-appennino.

Foto di Samuele Magnante
Sulla sommità si erge una piccola chiesa affiancata da una grande croce in ferro che sovrasta le tante sorgenti, a poca distanza una dall’altra e vicine alla sommità. Immediatamente riconoscibile anche da lunghe distanze per la sua forma caratteristica e la sua posizione isolata.
Nel Canto IV quindi Dante ha riportato una sua impressione visiva del Cacume, intendendo porre l’accento non sulla reale inaccessibilità del monte, ma sullo stupore che la sua vista desta al viandante. La conoscenza del Cacume a Dante è la conferma della conoscenza di questa parte d’Italia.
Speriamo di avervi incuriositi perché la ricerca sulle orme di Dante continua!