
Foto della Madonna di Alberto Ceccon
Da centinaia di anni la popolazione di Cassino ha maturato una particolare devozione nei confronti di Maria SS. Assunta invocandola soprattutto nei momenti di maggiore difficoltà: come quel 9 luglio del 1882.
La Città Martire sorgeva alle pendici di Montecassino, immediatamente a ridosso della Rocca Janula e non di rado era colpita da calamità quali malaria, peste e colera. Difatti se l’odierna Cassino presenta un tasso di umidità superiore rispetto alla media italiana, immaginiamo cosa doveva significare convivere con le zone palustri non bonificate dei secoli scorsi. In un clima tanto favorevole al propagarsi delle febbri era naturale invocare la protezione da simili flagelli rivolgendosi all’Assunta.
Dall’inizio del 1800 la cittadina era stata colpita a più riprese da gravissime epidemie che avevano decimato la popolazione. Impotenti dinanzi a tanta sciagura i cittadini decisero di esporre la sacra effige dell’Assunta nella Chiesa Madre per 40 giorni, al termine dei quali il colera si fermò. In memoria del grande evento ogni anno -il 9 luglio- la comunità cassinate ha portato in processione la statua della Madonna per le vie della città.
Oggi come allora prendono parte alla processione moltissime persone e le massime autorità ecclesiastiche, istituzionali e militari della città.
Qualche curiosità
Il 9 luglio l’Assunta non va in processione indossando il proprio corredo d’oro che invece viene esposto in occasione della sua incoronazione durante la ricorrenza ferragostana.
I portatori della statua si tramandano questa tradizione di generazione in generazione.
La statua della Madonna venne portata in processione anche in altri momenti cruciali per la comunità cassinate, come ad esempio durante la peste del 1837.