
Il Villaggio Coldiretti incanta Roma con prodotti da tutta Italia
A dieci giorni dalla conclusione del villaggio Coldiretti, tenutosi a Roma presso il Circo Massimo, facciamo un’analisi del rapporto ormai indissolubile fra l’interesse dei viaggiatori e la cultura enogastronomica del Lazio.
Da anni ormai il turista è alla ricerca di un’esperienza sempre più sensoriale, non chiede più quindi solo di soggiornare e di visitare le principali attrazioni, ma – spinto da una crescente curiosità – desidera conoscere i luoghi partendo dalle comunità che vi risiedono, dalla loro cultura e dagli usi e costumi locali. La tavola è il luogo ideale per iniziare questa scoperta reciproca, i sapori, i colori e gli odori di una cucina rivelano infatti al viaggiatore molto della tradizione di un popolo.
Partendo da questa nuova consapevolezza la Coldiretti ha creato un vero e proprio villaggio del gusto presso il Circo Massimo.
Per la prima volta la grande bellezza delle mille campagne italiane conquista la Capitale con il Villaggio della Coldiretti su 80 mila metri quadrati per vivere un giorno da contadino tra le aziende agricole ed i loro prodotti, sui trattori, a tavola con gli agrichef, in sella ad asini e cavalli, tra gli uccelli per imparare l’antica arte del falconiere, nella stalla con mucche, pecore, capre, maiali, conigli e galline, nella capanna dei pastori o nelle fattorie didattiche dove i bambini possono imparare a pigiare l’uva, a impastare il pane o a fare l’orto. Le produzioni e le ricette della tradizione Made in Italy, sono state per tutto il week end.
C’è stata anche la possibilità conoscere i formaggi, i salumi, la frutta e gli ortaggi “nascosti”: alfiere per il nostro territorio era Loreto Pacitti di Casa Lawrence che ha fatto degustare i prodotti della tradizione di Picinisco.
In sostanza una vera e propria Arca di Noè dove abbiamo scoperto gli animali salvati dall’estinzione grazie al lavoro di generazioni, riconosciuto e sostenuto dai “Sigilli” di Campagna Amica che presenterà la più grande opera di valorizzazione della biodiversità contadina mai realizzata in Italia. Dalla capra Valdostana con le lunghissime corna alla pecora Comisana dalla testa rossa, ci saranno esemplari sopravvissuti lungo tutta la Penisola come la mucca Agerolese dal mantello nero dalla quale si ottiene il latte per il gustoso provolone del monaco o il Mucco Pisano, ma anche il maiale di nero dei monti Lepini considerata una razza “reliquia” e quello di Cinta senese dalla curiosa fascia bianca sul manto scuro, gli asini dell’Amiata, dell’Asinara, di Martina Franca e i cavalli Persano, Maremmano, Tolfetano e i simpatici Haflinger altotesini dalla folta e setosa criniera di colore chiaro, insieme a decine di altre razze in pericolo anche di oche, anatre, conigli e galline che animano la campagna italiana.
Molte le presenze da parte di esponenti istituzionali, rappresentanti della società civile, studiosi, sportivi e artisti che hanno discusso esclusivi studi e ricerche elaborate per l’occasione dalla Coldiretti sui temi dell’alimentazione, del turismo dell’ambiente e della salute.